Di Stefano Lesti – Orsù ragazze e ragazzi, almeno noi non facciamoci più offendere e prendere in giro dai veri protagonisti, talvolta mandanti spesse volte complici o distratti, che fino a oggi sono stati gli unici principali colpevoli e artefici delle criticità e i fallimenti clamorosi del sistema politico nazionale e locale, che piuttosto di prevenire e di controllare ad esempio le spese e le esecuzioni dei lavori pubblici, hanno chi più e chi meno speculato economicamente e elettoralmente, fino a causare con il crollo di scuole e di pubblici edifici la morte di tanti bambini.

Troppo insultante promettere di darsi da fare ponendosi alla pubblica opinione oggi come verginelle, come presunti quanto falsi eroi, sopratutto quando in realtà si intenda esclusivamente vendere le proprie verità di convenienza per qualche consenso e voto in più, nel tentativo di recuperare o acquisire ex-novo la credibilità compromessa e ormai perduta sul campo un po da tutti gli addetti ai lavori.

Dove sono andati ora quei politici, tecnici, dirigenti, sindaci e assessori rei di aver tralasciato il governo e la corretta gestione delle città -che gli abbiamo affidato con il voto- in cambio di mazzette, appalti e promesse di posti di lavoro per amanti e parenti? Dove sono andati a finire questi signori dopo due anni dall’avvio delle prime inchieste in tal senso suscitate dai terremoti in Centro Italia?

Alcuni tra loro stanno ancora a far danno e scempio delle istituzioni e del diritto, della legalità e sopratutto delle nostre ingenue speranze per un giorno e un Paese migliore, mentre in molti tra questa immonda feccia addirittura pontificano dai nostri attualmente oltre che immondi canali televisivi!

È proprio questo il punto che non si può nè tanto meno potremo dimenticare più: la morte dei bambini.

Non ci si può nemmeno pensare a una cosa simile, nè tantomeno non struggersi guardando le immagini di tanti bambini che da anni oramai vediamo affogare e morire in silenzio di guerra, di nuovo schiavismo e di propaganda politica, oltre che di fronte ai ladrocini, gli sperperi di danaro pubblico e vieppiù di fronte alla ormai assodata, provata mancata prevenzione dai cataclismi naturali nel nostro Paese.

Guardando con sdegno e vergogna le immagini struggenti di corpicini straziati e delle bare bianche e illacrimate, bisognerebbe non soltanto abbassare tutti e ciascuno di noi stronzi, di noi struzzi impauriti e distratti lo sguardo e la testa sia in segno di rispetto che per senso di piena colpa, quanto sopratutto nei panni di capi di Stato, governanti, politicanti e pubblici amministratori dimettersi tutti in massa, magari chiedendo perdono in ginocchio ai parenti dei morti per malamministrazione e economia mondiale fallimentare moderna prima ancora che a Dio padre, l’unico che forse potrebbe perdonarli, a patto che prima scontassero ciascuno le proprie giuste pene e che si convertissero da mostri assassini quali sono e siano stati a angeli e salvatori.

Da Antonio La Quaglia (Totò) e il famigerato Partito della Pagnotta, al Partito Du Pilu di Antonio Albanese fino ad arrivare oggi ai governanti moderni il passo ahi noi è stato fin troppo breve, un passo nel baratro! Auuuu

SL

IMMAGINE: L’ATTORE E REGISTA ANTONIO ALBANESE NELLA PARTE DI CETTO LAQUALUNQUE

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