Di Stefano Lesti – Gli “onesti”, i “capaci” e i “meritevoli” selezionati dai militanti 5 Stelle e dai loro blog hanno affossato il nuovo stadio dell’AS Roma, ignorando tra le tante altre cose che speculare sullo sport sia quanto di peggio una classe politica e dirigente possa fare per annientare sia le speranze della gente, che il senso di rispetto dei giovani verso le istituzioni, le leggi e la legalità.

Figuriamoci poi quando questa classe politica si sia riempita la bocca di parole che di fatto sono state rese vane quanto deprivate di reale consistenza e coerenza civica prim’ancora che politica dai medesimi che, prendendo in giro tutti quanti, sbandieravano vanamente la propria inconsistente, intangibile e autoreferenziale presunta verginità.

È questo il cambiamento di cui si ciarlava per la città di Roma, divenuta sempre più ormai simbolo del decadimento totale di un Paese sempre più allo sbando guidato da gentaglia ubriaca di potere a cui abbiamo dato le chiavi della città e del Paese su una fiducia tradita e stuprata dalle miserie umane?

Sono questi i “liberatori”? Sono questi i cosiddetti presunti salvatori della patria? Gente che appena entrata in politica e nella pubblica amministrazione cade subito di fronte alla prima seduzione?

Adesso chi glielo dirà ai tifosi giallorossi che lo stadio a Tor di Valle non si farà più?

Chi glielo spiegherà al presidente Pallotta che gli investimenti e sogni suoi e della sponda giallorossa del Tevere si sono infranti di fronte alla solita storiaccia che va ad aggiungersi a tante altre a causa delle quali Roma è stata ridotta da anni e anni allo stato pietoso e comatoso attuale da cui è evidente non si uscirà più almeno per i prossimi tre anni?

Lo stadio è chiaro che non si farà più, almeno per un altro decennio/ventennio buono; infatti, chi tra i pubblici amministratori metterà mano, se la sentirà di portare ancora avanti questo progetto oramai affossato, sapendo che la pubblica opinione pensa che ci prenda le tangenti dopo aver capito che ci risiamo un’altra volta e che le speculazioni non siano mai terminate in città?

Io stesso, pur con la mia esperienza di lungo corso, me ne guarderei bene dall’essere scambiato per uno che in cambio di qualcosa sostiene o vota contro un progetto.

Da veterano quale sono del buon governo di Roma nemmeno mi asterrei durante una eventuale votazione pro o contro, ma eviterei del tutto addirittura di presentarmi in commissione prima e in aula poi, se non altro per evitare ogni tipo di possibile strumentalizzazione a danno mio e del mio blasone, e di trovarmi un giorno vicino o lontano coinvolto nella solita storiaccia romana che ancora una volta si è ripetuta.

Fermo restando che siamo garantisti, che confidiamo tutti nella giustizia e che auguriamo ai coinvolti di poter dimostrare la propria innocenza e estraneità ai fatti, penso che le dimissioni del sindaco, della giunta capitolina e di tutti coloro che anche nel decimo municipio di Roma a guida 5 Stelle sono coinvolti sia direttamente che indirettamente siano d’uopo, quanto necessarie per recuperare non solo credibilità, ma vieppiù quel patentino di una onestà dapprima soltanto millantata, ma adesso addirittura violentata e tradita del tutto.

Selezionando tra i candidati al comune di Roma tra propri militanti non i meritevoli, i capaci e i competenti, ma le brutte copie di un sistema che spergiuravano di voler abbattere, e che al contrario alla fine, anzi dopo appena due anni di mandato elettorale hanno di fatto rimesso in piedi per fare soldi e clientelismi alla faccia della gente e degli elettori grillini, si sono dimenticati tutti che l’onestà intellettuale, lo dico spesso, sia la madre di tutte le onestà.

Poi, imbarazzante sottolinearlo: c’è chi ce l’ha e chi invece non ce l’avrà mai.

Che vergogna!
Che squallore!
Che schifo!

CHIEDO, ESIGO LE DIMISSIONI MA COME ROMANO E ELETTORE PENTITO DEL SINDACO RAGGI VOGLIO CONTESTUALMENTE LE SUE SCUSE!

SL

Sharing is caring!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *