Di Stefano Lesti – E ci risiamo, straparlano in ogni occasione di cambiamento e promettono miglioramenti ma riguardo lo sport tutti tacciono. Certo, l’estate non aiuta: dove lo trovano loro il tempo per lavorare? Polemiche a parte, lor signori si limitano a fare proclami e annunci davanti alle telecamere, salvo poi non fare nulla di buono nelle sedi competenti e designate per prendere decisioni. Cosa stanno aspettando? Ah già, prima vengono gli interessi delle banche e delle lobbies.. Che distratto che sono, o forse di più illuso. Fai tu.
E dire che lo sport possa apportare non soltanto salute e specialmente reale prevenzione, quanto anche posti di lavoro e opportunità di riscatto frutto dell’educazione, e sopratutto della cultura sportiva che dovrebbe essere resa popolare verso i giovanissimi e prendere il posto delle fiction televisive, che ci fanno diventare vecchi dentro oltre che imbecilli e diseducano i giovani come le telenovelas di una volta; e dei programmi scolastici che li stanno rendendo sempre più confusi quanto ignoranti e mentalmente più deboli rispetto a quelli di Paesi più evoluti, progrediti e civili del nostro attuale.
Giovani italiani divenuti in questo inizio di millennio sempre più maleducati e diseducati, apatici e misogini, oltre che egoisti, estranei e avulsi dalla società tranne che per l’uso smodato quanto irresponsabile di cellulari e social che li accomuna in un mondo virtuale che di fatto non è quello reale con cui da grandi si dovranno confrontare.
Quello che gli manca di più e sopratutto oltre all’amore è oggi indubbiamente l’educazione alle cose salutari e naturali, quali su tutte l’amicizia e lo spirito di gruppo che insieme al valore del sacrificio proteso al conseguimento con impegno e merito di un fine, potrà essere perseguito e realizzato non con le scorciatoie intraprese dai nostri politicanti e dirigenti di un po’ di tutti gli ambienti, per colpa dei quali siamo oggi fattualmente ridotti a Paese terzomondista, ma si può raggiungere soltanto con quella costanza, determinazione e sano spirito di sfida che come i grandi campioni sanno, ti consentono non solo di mantenere la posizione raggiunta e conquistata col sudore e le lacrime, ma sopratutto di migliorarla nel corso del tempo.
Altro che corruzione, bullismo, doping e dissacrazione dei valori umani e civili di cui politicanti, mass media e nel nostro ambiente importanti atleti e dirigenti sono stati fino a oggi indubbi protagonisti in negativo:
lo sport secondo la nostra esperienza diretta è la testata angolare sulla quale incontrastabile forza e stabilità si dovrebbe rifondare il nostro Paese, proprio a partire dalla cultura del rispetto per le regole e per l’avversario che noi non consideriamo un nemico da temere e abbattere a ogni costo, ma al contrario una vetta possibilmente da superare con onestà e lealtà, o con cui altrettanto lealmente e dignitosamente perdere, ma senza abbattersi e buttarsi per terra in lacrime strappandosi i capelli.
Soltanto lo sport insegna infatti a vivere o comunque a guardare una sconfitta non come un fallimento, ma al contrario quel tipo di allenamento fisico ma sopratutto mentale che ci vuole per consentirti di farti raggiungere le tue mete dopo aver imparato a superare tutti gli ostacoli che prima o poi saprai considerare così come impariamo noi e poi a nostra volta insegnamo a fare ai nostri giovani atleti una leva motivazionale in grado di farti alzare di livello, e di evolverti di pari passo con la tua voglia di non perdere più, che farà sì che il tuo desiderio di rialzarti subito ti porterà di conseguenza a focalizzare l’attenzione sulle prossime occasioni che avrai, di fronte alle quali già saprai di doverti far trovare più che preparato, o ad ogni modo dotato di confortevole materasso per non farti troppo male in caso di caduta.
Se è vero come è vero che “partire è un pó morire”, rimanere impantanati come ora e ormai da anni equivale a dire morte totale. O no?
SL
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