Byron Moreno elimina l’Italia – Corea del Sud-Italia 2-1 d.t.s. (Mondiali 2002)

Byron Moreno, basta la parola. Per giorni, settimane, anni, il suo nome fu sinonimo di ingiustizia e sventura per gli italiani.
Solo le ultime vicende, che l’hanno visto protagonista di un arresto all’aeroporto di New York, mentre cercava di entrare negli Stati Uniti con 6 chili di cocaina nascosti nelle mutande, ci hanno permesso di voltarci un attimo e rileggere quella storia con l’aria di chi ha ormai superato il trauma.

Acqua passata, che cosa potevamo aspettarci da uno così? Quando non trasporta droga nelle mutande, Byron Moreno è un arbitro, l’arbitro di Corea del Sud-Italia, giocata in Corea del Sud davanti a un popolo assetato di vittoria e desideroso di farci rivivere l’incubo Corea (anche se nel ’66 era quella del Nord).

Ci riuscirà, con l’intervento decisivo del fischietto ecuadoregno che sembra avere un conto in sospeso con gli Azzurri di Trapattoni.

Espelle l’incredulo Totti per una presunta simulazione in area di rigore, sventolandogli il rosso sotto al naso con aria distaccata, immune a qualsiasi protesta dietro a quella maschera da pesce lesso; annulla un golden-gol regolare a Tommasi per fuorigioco; lascia correre quando i coreani azzoppano Zambrotta, o colpiscono uno dopo l’altro Coco, Maldini, Del Piero, restando impuniti.

La Corea del Sud ci manda fuori dal Mondiale agli ottavi, con il golden gol del perugino Ahn; la Spagna ride di noi, ma ai quarti deve mandar giù la stessa medicina (stavolta l’arbitro è l’egiziano Al-Ghandour, che se possibile ne combina peggio di Moreno), facendo sospettare che esista un piano per mandare avanti i padroni di casa. “As” titola “¡Italia tenía razón!” (l’Italia aveva ragione). Grazie tante.

RAFFAELE LA RUSSA

Fonte: Sky Sport

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