Di Stefano Lesti – Processo Spada: Omertà o spirito di sopravvivenza delle presunte vittime? Proviamo a riflettere tralasciando la cronaca che in questo specifico contesto non ci interessa nè riguarda. Dopo aver ascoltato un paio d’ore fa in diretta televisiva su Tgcom24 le opinioni delle giornaliste Federica Angeli e Silvia Mancinelli, vorrei entrare nel merito del comportamento stigmatizzato dai soliti chiacchieroni e benpensanti dell’etere circa alcuni residenti di Ostia Lido che ieri 6 giugno hanno deciso di non testimoniare durante un processo importante balzato alle cronache nazionali dopo la testata al giornalista di Nemo di qualche mesetto fa.
Troppo facile giudicare dall’esterno e troppo conseguente andare fuori strada da parte della pubblica opinione. Che cos’è l’omertà? Che cosa è invece lo spirito di sopravvivenza? C’è differenza? Certo che c’è, altrochè se c’è! Come ho scritto tempo fa nell’Angolo di Ciceruacchio citando non a sproposito il giudice Falcone: “lo Stato non può chiedere al singolo cittadino di fare l’eroe”, (vedi link http://www.sport12.it/?p=2796).
Infatti, un po come ha detto nel suo intervento odierno anche la Mancinelli, lo Stato non può più come in passato scaricare le responsabilità su coloro che si sentono indifesi dallo stesso Stato perchè di fatto lo sono, ma sopratutto lo Stato deve rendersi più presente. O no?
Comprendo molto bene anche lo stato d’animo di Federica Angeli, che vive sotto scorta dopo le sue denunce e, dopo aver scoperchiato gli scheletri negli armadi di molti al Mare di Roma, presente ieri in aula come cronista ha detto di sentirsi delusa e nuovamente abbandonata dalla sua stessa città, quella che agli inizi della sua battaglia civile prima che professionale, l’aveva emarginata rendendola ancora di più facile bersaglio dei suoi pericolosi persecutori.
Tuttavia vorrei ricordare alla dottoressa Angeli, Medaglia d’Oro al Valore Civile della Repubblica, ciò che già in passato le dicevo, anzi le scrivevo quattro anni fa per confortarla e sopratutto consigliarla su come interfacciarsi con la politica locale durante un determinato periodo di tempo poi conclusosi con lo scioglimento per mafia del municipio di Ostia, ossia che non si possano colpevolizzare dei cittadini inermi che di fronte alla costante presenza del gigante della criminalità e della quasi totale assenza di presidi di legalità, cultura, forze dell’ordine e quant’altro si sentono giustamente carne da macello.
Io stesso me ne guardo e me ne guarderei bene di andare contro Golia armato soltanto di mazzafionda come fu per il re Davide, credo certo nei miracoli, alcuni li ho letteralmente vissuti, ma la legge dei grandi numeri consiglia l’uomo di dubitare che questi possano essere bissati. O no? Santi ci proviamo, ma martiri, grazie, anche no!
Vent’anni fa combattevo anche io in trincea, ma potendo usufruire del potere politico e amministrativo, del mio essere autorità che mi era stato concesso dagli elettori, gli stessi che poi ahi noi togliendomelo alla scadenza del mandato hanno di fatto bloccato ogni mia azione intesa all’affermazione della legalità e del diritto nella mia città con i risultati che tutti i giorni si vedono oggi in questo posto, unico al mondo per storia ma forse anche per le proprie pesanti contraddizioni.
Anche io, come oggi Federica Angeli, ho ritenuto essere per tanti anni tutti quanti i residenti di questo territorio uno a uno dei vigliacchi quanto complici col degrado e il malaffare, ma come dico spesso sono cattolico, e pertanto così come mi ha insegnato a fare il mio Signore e Buon pastore messo in croce prima di risorgere, ho imparato nel tempo a perdonare tutti quanti, se non altro perchè all’epoca, nonostante tutto il mio lavoro non sapevano certo cosa stessero facendo, e per un breve periodo sono anche tornato a darmi da fare per la mia città tra il 2012 e il 2014, ma soltanto come cittadino impegnato in politica, salvo poi ritornare a vita privata a scrivere, a progettare e spero tanto a suscitare riflessioni serie e costruttive accompagnate da emozioni.
Dedicato a Federica
SL

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