L’intento di questo articolo, il primo della serie “Allenarsi per il successo”, è lo stesso che anima il blog: creare uno spazio di informazione utile dedicato all’incontro e alle riflessioni personali.
Oggi partiamo da come tutto ha inizio cioè dalla definizione dei propri obiettivi.
Se dico successo, cosa ti viene in mente?
A me i flash scattati a ripetizione da una macchina fotografica. Subito dopo questa immagine abbagliante, la parola successo mi fa pensare a qualcosa di positivo abbinato a uno stato di contentezza, ma non solo. In realtà questo termine mi spaventa anche un po’, perché penso che per vivere un momento di successo ci sia stata all’origine una scelta di coraggio, qualcosa che abbia portato a tentare, a cadere, a sbagliare, a rialzarsi, a riprovare e poi (se hai resistito a tutte le intemperie) a farcela in qualcosa. Questo qualcosa è molto variabile e del tutto personale. Le persone, infatti, nella propria vita possono ambire a successi diversi.
Oltre alla propria personale idea di successo, è bene dare una definizione condivisa del termine che ci permetta di riferirci realmente alla stessa cosa.
Il Sabatini Coletti, Dizionario della Lingua Italiana, definisce il successo come: “(1) esito, risultato positivo, favorevole: svolgere un’attività con successo; (2) Ciò che segue a un fatto ed è in rapporto di conseguenza, o più semplicem. di posteriorità, con esso; quindi, in genere, esito, riuscita: vedremo dal s. dell’impresa se abbiamo agito bene o no; aspettiamo di sapere quale sarà il s. del nostro tentativo.”
Secondo la definizione qui riportata per avere successo è quindi importante prepararsi, perché esso sarà determinato dalle azioni che metteremo in atto. Henry David Thoreau, filosofo, scrittore e poeta statunitense, affermava che “c’è un solo tipo di successo: quello di fare della propria vita ciò che si desidera”.
Da dove cominciare dunque?
La cornice teorica entro cui si colloca il lavoro per obiettivi è teoria del Goal Setting (Locke e Latham, 1968), struttura teorica che ancora oggi definisce al meglio quanto appreso in ambito motivazionale e cognitivista.
Rispetto a qualsiasi progetto di realizzazione personale è importante avere chiaro il proprio obiettivo, cioè cosa si intende perseguire e perché. Possiamo considerare un obiettivo come ciò che vogliamo raggiungere in un periodo definito. La dimensione temporale, infatti, è essenziale nella pianificazione strategica delle azioni necessarie al raggiungimento dell’obiettivo.
Fare il primo passo in termini di chiarezza è davvero importante perché serve a tracciare il percorso che ci accompagnerà a raggiungere la destinazione. Avere ben presente il proprio obiettivo permette di ottimizzare gli sforzi, di perseverare e di mantenere la rotta quando le interferenze si affacciano sul nostro cammino. Diventa quindi prioritario avere delle coordinate da seguire.
Definire il proprio obiettivo è il primo passo verso il suo raggiungimento.
Definire il tuo obiettivo vuol dire creare qualcosa di unico, in virtù della tua storia, del tuo vissuto e quindi delle tue ambizioni. Tutto questo richiede mettere a fuoco le priorità, aprire una riflessione leale nei confronti delle tue capacità e del momento di vita che stai vivendo.
Tipologie di obiettivo.
È possibile definire gli obiettivi secondo 3 tipologie: a breve, a medio e a lungo termine.
Gli obiettivi definiti a breve termine sono raggiungibili nell’arco di 1/2 mesi; quelli a medio termine sono collocabili in un arco temporale di circa 6 mesi; gli obiettivi a lungo termine richiedono almeno 1 anno per essere realizzati.
Nella definizione dell’obiettivo, includere l’aspetto temporale è cruciale per una serie di motivi. Il primo è l’elasticità, perché è molto probabile dover far fronte agli imprevisti e correggere il tiro in corso d’opera. Certamente un imprevisto non avvisa prima, arriva e basta. Siamo chiamati a schierare in campo capacità previsionali, intuitive e di accuratezza. Ad esempio, pensa alle differenze che possono esserci nel pensare ai prossimi due mesi e nel pensare da qui ad un anno.
Più si cammina e più ci si allontana dal momento progettuale (portatore di sano entusiasmo e intraprendenza) e con questo si rischia di “dimenticarsi” perché si è deciso di fare certe azioni, ci si confonde tra gli eventi quotidiani che dobbiamo gestire.
Fissare un obiettivo di lungo termine ci indica la rotta, il sogno da seguire. Stabilire gli obiettivi di breve e medio termine ci permette di scomporre la dimensione iniziale, così lontana, in passi più brevi.
Tutto questo comporterà fatica, perché per raggiungere un obiettivo bisogna essere costanti. Spesso essere costanti non è una cosa semplice perché, anche se sei una persona costante, puoi dover interrompere per fattori estranei a te, che rallenteranno il tuo percorso e ti metteranno a dura prova.
La teoria del Goal Setting afferma inoltre che, per essere ben definito, un obiettivo debba rispettare dei criteri precisi. Questi sono stati tradotti, in maniera più o meno letterale, a partire dall’acronimo S.M.A.R.T. che in inglese sta per Specific, Measurable, Attainable, Relevant, Time-related.
Proviamo a trasformare tutto questo in qualcosa di pratico.
Ecco i 5 parametri da rispettare per descrivere efficacemente il tuo obiettivo.
- Rilevante per te. Lo devi sentire tuo. Deve rappresentare un qualcosa di definito e tangibile.
- Misurabile. Deve restituire dei parametri concreti e indicare un risultato quantificabile. Monitorare i tuoi progressi è fondamentale per aggiustare il tiro in corso d’opera.
- Sfidante ma raggiungibile, cioè deve puntare in alto ma essere fattibile. Trovare qualcosa di ambizioso ma fuori dalla tua portata non è quello che serve.
- Realistico. Quanto più concorderai qualcosa di concreto e adatto a te, tanto più riuscirai a sostenere lo sforzo di fronte alle difficoltà. Andranno considerati le risorse, personali e non, che hai a disposizione e i fattori che possono sopraggiungere a ostacolare il lavoro.
- Definito nel tempo. Quanto tempo sarà necessario per raggiungerlo?
Bene, il primo passo è stato fatto!
Definire un obiettivo è il punto di partenza senza il quale qualsiasi tentativo di raggiungere una meta rischia di naufragare nel mare degli imprevisti, del quotidiano, della mancata motivazione a continuare ad impegnarsi.
Prossimamente parleremo di come portare avanti tutto questo.
Hai mai provato a prenderti del tempo per riflettere sulle tue priorità e stabilire gli obiettivi su cui lavorare?
Dott.ssa Francesca Giambalvo – Psicologa, consulente in psicologia dello sport
Fonte foto e notizia www.fiamsport.it