Di Stefano Lesti – La politica amici miei non è lo schifo assoluto che appare oggi, né un male necessario come qualcuno ci dice per fare il figo, e nemmeno una cosa inutile, semmai è un’arma a doppio taglio che per il bene o il male che derivano dalla sua azione dipende essenzialmente da due fattori: chi se ne occupa e quale uso ne faccia.
Il suo unico reale dramma è principalmente quello di essere attualmente e ormai da tempo interpretata da macchiette e da meri schizzi d’inchiostro, da emeriti e inutili personaggetti squallidi che ne hanno leso sia la dignità che la stessa importanza sociale, inficiandone la capacità di poter concretizzare sviluppo e progresso.
Tanto è che se vi fossero degli statisti a governarci questi sì che sarebbero in grado di generare migliorie a vantaggio di tutti e non come oggi a beneficio esclusivo di pochi centri di potere dalle quali volontà nefaste dipende la vita stessa di tutti noi di oggi ma anche di domani e post domani.
È naturale quanto pacifico che non ci potrà mai essere il vero benessere all’interno di una comunità se questo non coinvolgesse innanzitutto le classi più deboli che abbandonate alla loro disgrazie e sventure costituiscono il costo più alto tra tutte le spese statali, costi pesanti sotto ogni aspetto dei quali conseguentemente è l’intera società, ossia tu, i tuoi figli, nipoti e io, costretta a sobbarcarsene gli oneri, dando vita a tensioni sociali e a sperequazioni a ogni livello che oggi non possiamo più sopportare e vieppiù sostenere.
Sembra una banalità ma credimi tanto è: non è difficile risolvere problemi, ed è soltanto quando non vi sia la volontà e la capacità di farlo che qualunque cosa diventa impossibile.
Cosa fare dunque se non cominciare dall’esigere una casse politica e dirigente migliore di adesso e di sempre? Cosa indugiare oltre? Perché permettiamo ai cialtroni di un sistema letale quanto fallito di entrare ancora come ladri nelle nostre case dai televisori, e piuttosto non cominciamo a darci da fare ciascuno nella propria realtà quotidiana?
Piero Gobetti sosteneva che per cambiare il mondo bisognasse innanzitutto cambiare sé stessi, aggiungo io che non bisogna sempre attendere che qualcuno intervenga, ma occorre impegnarsi per fare direttamente e quotidianamente ciò che si può, anzi, che si deve, a cominciare dal rispettare le leggi e il diritto, fino all’educare i nostri figli, la società del futuro, affinchè possano un giorno educare a loro volta i propri tramando di padre in figlio e di generazione in generazione i valori migliori espressi dall’uomo.
Cioè a dire che se la tua città è sporca tu procura di non sporcarla ancora di più, se il politico che hai votato è un ladro o un nullafacente tu alle prossime elezioni non votare più né per lui, né tantomeno per il partito che lo ricandida, poichè è evidente che di te e del tuo futuro, del Paese e del nostro domani non gliene potrebbe importare di meno.
O no?
SL