Di Stefano Lesti – Quando te ne stai pacificamente imbacuccato a letto con la febbre ci sono anche dei vantaggi, tra cui quello di avere tempo libero per meditare e per riflettere tra una sorta di parentesi rappresentata da questo momento di limbo temporaneo che sai già che finirà presto. Stamani pensavo tra me e me e ora ti dico cosa ne è uscito fuori.

L’ingiustizia certo non si può combattere con altra ingiustizia così come l’attuale e progressiva mancanza d’amore e di speranza nel mondo non si può contrastare se non con l’amore e la speranza ricercati e praticati, condivisi e insegnati a chi vive nell’oscurità in cui ci hanno più o meno tutti quanti piombati.

La pace non si realizza mai facendo le guerre e per illuminare il buio è sufficiente accendere una luce, perché anche una piccola e modesta candelina può illuminare un intero ambiente.

Non seguo più da vent’anni le correnti e le mode del mondo e non scrivo tutto quel che scrivo né penso quel che penso perché qualcuno mi abbia insegnato a farlo ma solo perché la vita stessa mi ha reso saggio e umile, saggio per ciò che di vero attesto e umile per accettare e rispettare ogni critica pur non mutando minimamente direzione e obiettivi, primo fra tutti portarti dove sono io per arrivare a vedere le cose non più come te le fan vedere ma come siano esse in realtà.

La strada che tu stai percorrendo ora io l’ho già attraversata un tempo e posso dirti metro per metro ciò che incontrerai lungo il cammino e che bello se da ragazzo avessi avuto l’umiltà e l’intelligenza di dare ascolto a chi ne sapeva più di me: sai quante cicatrici in meno avrei oggi addosso?

Anzi no, onestamente è andata meglio così, la fortuna o chi per lei mi ha sempre o quasi assistito, perché dopo tutto ho imparato sulla mia stessa pelle che è soltanto cadendo che si è costretti a rialzarsi, così come è perdendo che ci si preparara ai sacrifici e allo sforzo immenso che sono necessari per vincere sempre sconfiggendo ogni male imparando a riconoscere per poi superare tutti i nostri stessi limiti e pregiudizi, tutte le nostre paure e i nostri fantasmi interiori.

È soltanto attraverso il dolore che si può riconoscere il vero e intimo piacere che per me consiste non tanto nella sua assenza, purtroppo impossibile, quanto nella sua impossibilità di nuocere interiormente in maniera deleteria e definitiva riducendo il tuo cuore a una sorta di roccia di granito sì forte e indistruttibile ma sopratutto fredda e priva di luce autoprodotta.

 

SL

Immagine: Facebook

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