Di Stefano Lesti – La realtà non si può negare o cancellare e nemmeno ignorare o dimenticare. La si può non conoscere e mistificare forse, ma da essa non si può sfuggire, lo sappiamo e ad ogni modo occorre andare sempre avanti: mai arrendersi!
Si deve allora necessariamente considerare ogni esperienza una buona esperienza in grado di insegnarti qualcosa e di conseguenza comincerai a tenere in mano il tuo personalissimo bicchiere che pian piano inizierà ad apparirti sempre mezzo pieno perché quando una realtà ti fa soffrire i forti sanno guardarla con altri occhi: gli occhi della tigre!
Non so te ma io sono molto attaccato al mio passato, sono del segno zodiacale del Cancro e i cancerini mi possono ben comprendere.
Lungo quarantotto anni di vita mi sono dovuto ingegnare non poco per sfuggire alla consueta nostalgia che mi rapisce o comunque tenta di farlo costantemente.
Se anche tu hai di questi diciamo problemi, potresti trarre beneficio dagli esiti della Buona battaglia che occorre fare a volte contro, anzi, in favore di sé stessi quando come me e probabilmente come molti altri, forse te compreso o compresa, si è o comunque ci si ritrova alla ricerca di qualcosa.
Ci si trova alla ricerca del Sacro Graal, simbolo della ricetta della felicità terrena, che consiste, almeno per quanto io abbia imparato lungo il cammino e lo scorrere del tempo, nell’assenza di dolore e di disperazione a cui ogni uomo può arrivare quando dopo essersi reso ampiamente e concretamente conto che tutto ciò che è e che succede abbia un senso che risponde a una logica perfetta e ben precisa.
La logica divina su cui si basa ogni regola naturale a cui ogni cosa esistente, visibile e invisibile e compreso l’uomo risponde e brevemente si può riassumere dicendo che ogni cosa sia stata creata da Dio per il bene dell’uomo, a suo beneficio e a suo totale e pienamente soddisfacente uso, in quanto l’unico e il solo Dio, a differenza degli uomini verso altri uomini e degli uomini nei confronti dello stesso creatore, non tradisce né delude e ama l’uomo tanto da aver dato la vita del Figlio suo prediletto, Gesù Cristo, Signore nostro e tra i profeti maggiori sia per i nostri fratelli più grandi ebrei che per i fratelli musulmani.
Dio fattosi uomo come noi venuto a farci dono della vita eterna successiva alla salvezza ottenuta in terra, frutto di una pace interiore e edificante che soltanto può derivare all’uomo dalla raggiunta consapevolezza razional-esperienziale che conduce alla condivisione con gli altri della luce, dell’amore di Dio che si è ricevuto senza meriti, ma per esclusiva e unilaterale volontà del Padre santo all’interno del disegno divino.
Una pace assoluta e inattaccabile che niente e nessuno al mondo, compreso il demonio, unico e vero nemico di Dio e dell’uomo, ti potrà mai più togliere.
C’è chi questo grado di elevazione dell’anima l’ha vissuta e la vive quotidianamente, e tra questi c’è chi l’ha chiamata “illuminazione”, ossia per me la risposta vincente agli assalti di ogni male terreno offerta a tutti senza distinzioni né pregiudizio alcuno, di cui la vera conoscenza, che è la Sapienza, è un primo piccolo raggio di luce, e nel contempo il più grande passo dell’uomo e dell’umanità intera verso il reale progresso.
Il problema di ogni uomo consiste allora e quasi esclusivamente quali maestri seguire, il mio è Gesù Cristo: via, vita e verità, Colui che a differenza del mondo e degli uomini non mi ha e ha mai né illuso né deluso chi gli si sia rivolto con purezza di cuore e intenti, ma ci ha tanto e soltanto amati con cuore di padre e di madre, con animo di un fratello e di un tesoro di amico nonostante Lui sia il Signore, Colui che ci insegna ad amare e a perdonare, a reagire positivamente ai dolori e alle durezze della vita e soprattutto la via per conseguire la vita eterna.
SL
Immagine: GoNews.it