Serena racconta i rischi corsi per la maternità
“Sono quasi morta quando ho dato alla luce mia figlia Olympia”. Cinque mesi dopo la nascita della sua primogenita, Serena Williams, regina del tennis mondiale negli ultimi due decenni, racconta in un contributo alla Cnn le drammatiche ore vissute dopo il parto. La 36enne campionessa statunitense è diventata mamma il 1° settembre dello scorso anno. “Sebbene io abbia avuto una gravidanza abbastanza semplice, mia figlia è nata con un taglio cesareo d’emergenza dopo che il suo battito cardiaco era crollato durante le contrazioni. L’intervento è andato bene e Olympia era tra le mia braccia prima che me ne rendessi conto” scrive Serena – “E’ stata la sensazione più incredibile che abbia provato in vita mia. Ma quello che è successo appena 24 ore dopo il parto sono stati 6 giorni di incertezza”.
La vincitrice di 23 titoli Slam ripercorre quei delicati momenti, facendo riferimento anche ai problemi di salute avuti in passato. “Tutto è iniziato con un embolo polmonare, una condizione determinata dall’ostruzione di una o più arterie bloccate da un coagulo. Vista la mia storia medica vivo con la paura per questa situazione. Quando ho sentito di essere in affanno, non ho aspettato un secondo per avvisare le infermiere. Questo ha dato il via ad una serie di complicazioni a cui, per fortuna, sono sopravvissuta”, le parole della fuoriclasse. “Prima, la cicatrice del cesareo si è aperta per la tosse continua provocata dall’embolo. Sono tornata in chirurgia, i dottori hanno individuato un ampio ematoma nel mio addome. Sono tornata in sala operatoria per un intervento, per evitare che i coaguli arrivassero ai polmoni. Quando finalmente sono tornata a casa dalla mia famiglia” – aggiunge l’americana – “ho passato le prime 6 settimane della maternità nel letto”.
Un’esperienza drammatica di cui la stella del tennis aveva già parlato, ma che ora vuole spiegare direttamente ai suoi fan per accendere i riflettori sui dati drammatici appena pubblicati dall’Unicef: ogni anno 2,6 milioni di neonati muoiono a causa dell’assenza di adeguate cure e strutture mediche. Nella sua lunga lettera, dunque, Serena Williams, evidenziando come lei sia stata fortunata ad aver avuto accesso a ogni tipo di trattamento di cui avesse bisogno a differenza di molte altre donne, ha quindi esortato ad agire attivamente. “Come? Chiedendo ai governi, ai privati, alle organizzazioni sanitarie di fare di più per salvare queste vite preziose. Potete donare all’Unicef o ad altre organizzazioni che lavorano per aiutare le donne e i bambini in stato di necessità”.
Fonte – sito FIT – Federazione Italiana Tennis