Di Francesca Giambalvo – Perché eventi apparentemente simili generano comportamenti diversi tra le persone?
Qualche articolo fa abbiamo sottolineato quanto sia determinante il modo con cui leggi la realtà e gli attribuisci un tuo significato, cioè quanto sia la tua percezione soggettiva ad alimentare lo stress. Infatti non sono gli eventi in sé ad essere universalmente stressanti ma sono i significati che gli dai a renderli tali. Esistono sicuramente degli eventi che generano, tra le persone, reazioni simili come il lutto, la perdita del lavoro, la ripresa da un incidente o da una separazione, il sottoporsi a cure mediche… questi sono alcuni esempi di eventi che non lasciano indifferenti e che richiedono un certo “sforzo di adattamento” fisico ed emotivo ad una nuova condizione. Sebbene questo sia vero, c’è da dire che la realtà non è qualcosa di totalmente oggettivo ma è una dimensione che ognuno osserva e interpreta attraverso le proprie lenti.
Se indossassimo gli stessi occhiali per filtrare la realtà avremmo, tutti, lo stesso grado di accettazione o di disperazione di fronte ad un certo evento: soffriremmo allo stesso modo, ci rialzeremmo da una sconfitta o da un dolore dopo lo stesso tempo, vivremmo quella situazione con la stessa intensità. Essere sottoposti ad una valutazione, che sia un esame o una gara, dovrebbe generare in tutti coloro che la vivono la stessa risposta, ad esempio di apprensione, ansia, notti insonni… eppure non è così. Tutti costruiamo dei modelli di osservazione della realtà e questi si rivelano più o meno adatti a raggiungere i nostri obiettivi.
A chi non piace avere ragione?
Un punto è proprio questo: talvolta preferiamo cercare nella realtà elementi a conferma delle nostre tesi. Se sei portato a pensare che il mondo ce l’ha con te perché i tuoi piani, per un motivo o un altro, sono sempre disattesi cercherai sicuramente, in ogni esperienza, quegli elementi che “non vanno”.
Se credi invece che gli imprevisti facciano parte del gioco e può succedere che i piani non vadano esattamente come pensi, piuttosto che prendertela, mettere il muso e alimentare da solo il tuo stresssvilupperai una capacità di leggere gli eventi che ti permetterà non solo di essere lucido ma anche di trovare risorse funzionali alla situazione.
3 lenti di osservazione che non permettono di raggiungere i tuoi obiettivi
- A volte può essere impellente il bisogno di cercare conferme per dire che “SI’, avevi ragione!” “E’ proprio vero che il mondo ce l’ha con te!” e che “non te ne va bene una!”. Osservando la realtà ne sacrifichi una parte per proteggere te stesso. Tutelarti diventa la tua priorità a discapito dei tuoi stessi obiettivi e per questo cercherai tutti quegli elementi che ti diano ragione, perché in quel momento per te è molto più importante proteggerti e dirti che è come pensi.
- Essere vittima, ovvero auto commiserarsi, è più semplice che assumersi la responsabilità di metterci la faccia avendo giocato le proprie carte.
- Cercare le cause di un fallimento all’esterno di te. Questa modalità aiuta a consolare dei fallimenti o degli eventi negativi salvaguardando però la tua autostima e reputazione interna. In fondo quello che ti dirai è che non è colpa tua.
Adotterai invece un modello funzionale quando il tuo modo di osservare la realtà ti fa avvicinare alla meta. Anche se non è andata come avresti voluto, saprai osservare le potenzialità che riserva una situazione inaspettata. Perché è una questione di punti di vista.
La realtà non è uno stato oggettivo ma è una dimensione che ognuno interpreta secondo i propri filtri. Proprio per questo hai molto più potere di intervenire sugli eventi di quanto, spesso, ti riconosci. Imparare ad osservare la realtà in maniera funzionale è possibile ma richiede un tuo impegno consapevole, una forte volontà e la tua disponibilità a guardare da un’altra prospettiva.
E tu con quali lenti osservi quello che ti succede?
Dott.ssa Francesca Giambalvo – Psicologa, consulente in Psicologia dello sport
Fonte immagine e notizia: http://www.fiamsport.it/