La storia di JESSE OWENS è importante sia nella storia dello sport che in quella secolare del mondo per farci capire come e quanto lo sport travalichi le bassezze terrene, come il VOLERE possa diventare POTERE, e soprattutto come ci si possa RISCATTARE dalle MISERIE della VITA.

Anche ci dimostra che non ci sono guerre, regimi o leggi razziali che possano ostacolare i sentimenti umani più naturali fondati sulla stima e la passione, sull’amicizia e sull’amore che nasce e si solidifica in special modo tra gli atleti.

JAMES CLEVELAND (JESSE) OWENS, nacque il 12 settembre 1913 ad Oakville in ALABAMA, in una famiglia poverissima. Era il più giovane di dieci figli, tre femmine e sette ragazzi.

A otto anni, la famiglia si trasferì a Cleveland nell’ OHIO per cercare migliori opportunità di vita seguendo la grande migrazione, quando un milione e mezzo di afroamericani lasciarono il Sud razzista e segregante.

Era il periodo della grande depressione americana, e vissero secondo la filosofia di ‘arrangiarsi per vivere’.

JAMES parlava soltanto lo ‘slang’ del Sud, e per questo strano accento il maestro gli affibbiò il nomignolo di JESSE che porterà a vita.

Sin da piccolo, mostrava attitudine alle attività sportive, ma data la povertà della sua famiglia l’unico sport che poteva praticare era la corsa. Frequentò le scuole tecniche e dopo la scuola lavorava in un negozio di scarpe ma ogni volta che poteva si dedicava alla corsa, sua passione.

Nel 1933 fu notato ai giochi studenteschi dove diede grandi e sbalorditive prestazioni nella velocità e nel salto in lungo tanto da ottenere la ammissione all’Università statale dell’Ohio e da qui in poi poté dedicarsi assiduamente all’atletica.

 

Immagine: Britannica.com

Alle OLIMPIADI di BERLINO del 1936, Jesse Owens vinse quattro medaglie d’oro stabilendo il record che tuttora resta imbattuto di quattro allori vinti durante una stessa Olimpiade:

– 3 agosto 100 mt
– 4 agosto salto in lungo
– 5 agosto 200 mt
– 9 agosto staffetta 4x100mt

Il pomeriggio del 4 agosto allo stadio Olimpico di Berlino era presente anche HITLER, che fino ad allora aveva follemente e volgarmente teorizzato, così come fanno ancora a tutt’oggi tanti ignobili personaggi similmente squallidi e ignoranti, deliranti e convinti o indotti a pensare circa la presunta superiorità e supremazia di una ‘razza’ sulle altre.

Quella in quel tempo degli ariani, che proprio davanti alla brutta faccia emaciata e baffuta dell’ “imbianchino austriaco”, venne puntualmente smentita dalla natura stessa, che ribelle e sovrana trionfò non solo davanti ai gerarchi e al mondo intero, ma vieppiù addirittura di fronte agli alieni (…) a cui giunsero le immagini della cerimonia inaugurale delle Olimpiadi, che è stata la prima trasmissione televisiva internazionale, anzi, interstellare, ad essere teletrasmessa e spedita nell’alto dei cieli.

Si racconta nell’autobiografia di Owens che dopo i trionfi lo stesso Hitler si alzò in piedi dalla tribuna per fargli un imbarazzatissimo cenno di ammirazione con la mano.

 

Immagine: LUZ LONG e JESSE OWENS, Sportmirror.it

Il capo del nazismo era presente sugli spalti anche per tifare il suo pupillo e atleta simbolo della Germania: LUZ LONG, del quale tra i cosiddetti professoroni, commentatori sportivi e esperti, era precedentemente data per certa la supremazia fisica e atletica su tutti gli altri atleti competitori.

Peccato che le coscienze dei tedeschi dell’epoca, annebbiate dall’odio e dal risentimento, oltre che dal desiderio di strapotenza nazionalista indotto dalla propaganda nazista, non furono minimamente scalfite dai valori eterni dello sport, opposti alla guerra e alla sopraffazione da cui in seguito furono essi stessi a essere travolti.

Nonostante la rivalità e le leggi razziali di quel vergognoso e diabolico periodo storico, si strinse tra Owens e Luz Long una indissolubile amicizia che proseguì anche negli anni seguenti al deflagrare del conflitto bellico, durante il quale i due atleti si mantennero in continuo contatto epistolare.

Long durante la guerra era un ufficiale dell’esercito tedesco e quando in quel periodo la moglie partorì il primo figlio a Cassino, in ITALIA, scrisse a JESSE, che quando la guerra fosse terminata, lui stesso avrebbe far dovuto sapere al suo bambino di quanto l’amicizia fra uomo bianco e uomo nero fosse indissolubile nonostante le leggi razziali e l’orrore della guerra.

LUZ LONG morirà insieme altre migliaia di uomini e donne, militari e civili nel 1943, nella battaglia di Cassino.

Finita la guerra Jesse Owens si mise come richiesto dall’amico alla ricerca del figlio di Long e fu presente al matrimonio del ragazzo quale OSPITE d’ONORE.

Jesse aveva sbalordito fin da subito il mondo dell’atletica, stabilendo il record di salto in lungo il 25 maggio del 1935 durante i campionati MIDDLE WEST disputati presso l’università del MICHIGAN iniziò la leggenda sportiva di JESSE OWENS.

Owens saltò con la misura di metri 8.13, record, che rimase imbattuto per 25 anni e 86 giorni, superato solo nel 1960 dal 8.21 realizzato prima delle Olimpiadi di Roma dallo statunitense RALPH BOSTON, il saltatore che nel 1965 stabilì a sua volta un nuovo record innalzando la distanza a 8.35.

 

Immagine: Ralph Boston, Alamy.com

JESSE OWENS morì di cancro ai polmoni a 66 anni il 31 marzo 1980. Nel 1984 gli fu dedicata una via di BERLINO.

 

Immagine: Barbadillo

 

I NUMERI DEL LAMPO DI EBANO

Record del mondo:

– eguagliato il record mondiale dei 100 mt;
– vince la gara dei 200 metri;
– vince la gara dei 200 mt ad ostacoli;
– primo uomo in assoluto a scendere sotto i 23”;
– vince la gara dei 220 yarde piane in rettilineo (20”3);
– vince la gara 220 yarde ad ostacoli in terrilineo (22”6).

 

FRASI CELEBRI di JESSE OWENS

“Ho sempre amato correre, è qualcosa che puoi fare da solo, unicamente grazie alla tua volontà. Puoi andare in qualsiasi direzione, correre lento o veloce, o contro vento se ne hai voglia, scoprire nuovi luoghi usando solo la forza dei tuoi piedi ed il coraggio dei tuoi polmoni”

“Un’opportunità è tutto ciò di cui hai bisogno”

“Un’intera vita di allenamenti per soli 10 secondi”

“IN PISTA NON ESISTE BIANCO O NERO, POVERO o RICCO, ma solo LENTO o VELOCE”

 

Bibliografia e filmografia

Per approfondire la storia di questo campione consigliamo: JESSE E JOE, gli atleti che sconfissero Adolf Hitler, di Francesco Gallo, da reperire in libreria o in una buona biblioteca, e di vedere alcuni film tra cui: RACE, LA STORIA DI JESSE OWENS. Un film del 2016 del regista australiano Stephen Hopkins, (RACE come CORSA, RACE come RAZZA).

 

Immagine: Mymovies.it

CONTACT, anno 1997, diretto da Robert Zemeckis, in cui si fa ampio riferimento alla cerimonia inaugurale di Berlino 1936 con l’ausilio di immagini d’epoca e di repertorio.

Immagine: Movieplayer.it

OLYMPIA, del 1938, diretto dalla controversa regista tedesca Leni Riefenstahl che documenta i Giochi olimpici di Berlino 1936. Questo film fu il primo documentario mai girato su una Olimpiade.

Immagine: lininmports.com

La storia che abbiamo approfondito è quella di un POVERO ‘NEGRO’, un considerato ‘INFERIORE” che HA COMPIUTO il MIRACOLO dell’UNIONE umana superando con lo sport la barriera della guerra e del razzismo dilagante ieri e anche oggi, purtroppo.

Una dimostrazione concreta precedente alla seconda grande guerra che lo sport sia da considerarsi in ogni tempo il simbolo principe della fratellanza e della opportunità di poter RESTARE UMANI, segno di PACE e PONTE DI DIALOGO fondato sul RISPETTO RECIPROCO e l’UGUAGLIANZA fra i popoli che nel nostro piccolo vogliamo sottolineare in questi tempi tetri, oscuri e tendenti all’imbarbarimento progressivo.

F.Q.

Immagine di copertina: Pbs.org
Consulenza storico-bibliografica di STEFANO LESTI
Fonti della ricerca: wikipedia – stonatamente.blogspot.it – https://le-citazioni.it/autori/jesse-owens/

 

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