Di Stefano Lesti – Gli italiani non leggono libri e tra chi legge di più le donne sono numericamente maggiori rispetto agli uomini.
Lo dicono i dati statistici, che inoltre confermano una tendenza a ribasso circa l’acquisto di libri cartacei che ha avuto inizio sia con l’avvento dell’era di internet, che con l’aumento ingiustificato e ingiustificabile dei prezzi di copertina che ebbe inizio con il passaggio dalla lira all’euro.
Un libro che fino al giorno prima ci costava ventimila lire, quello dopo era venduto a venti euro, quarantamila lire di allora: un botto, ed ecco le conseguenze in pochi anni.
Di certi contenuti poi, ne vogliamo parlare? Meglio di no e continuare a fare finta di nulla, come se niente fosse successo o stesse accadendo a fronte dei nuovi cartelli editoriali che di fatto hanno strangolato la piccola e media editoria, quella che pubblica libri di autori indipendenti, quelli che non vengono invitati da Marzullo e nei salotti televisivi, solo perchè mettono in circolo idee difformi rispetto al comune scarso libero pensiero attuale.
Un pensiero sempre più vuoto e confuso oltre che appiattito e abbrutito da un sistema economico finanziario e politico che gestisce e rovina ogni cosa buona e teme il pensiero e il suo sviluppo evolutivo più dei parassiti il veleno fomentando ignoranza, qualunquismo e populismi per metterci gli uni contro gli altri e poter così continuare indisturbato a fare i propri porci comodi.
Cosa fare dunque? Festeggiare oppure celebrare oggi il funerale della conoscenza che è il pilastro fondante di una libertà responsabile e consapevole che ogni giorno che passa subisce restrizioni latenti che i più non si rendono nemmeno conto di stare perdendo?
SL

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