Di Stefano Lesti – Il dito di Sarri di stasera non è contro i tifosi della Juventus, ma una risposta un po forte a un problema molto più grande e ampio che di fatto non interessa a nessuno comprendere per poi contenerlo, ossia il razzismo ritornato in voga in Italia non dopo l’arrivo dei migranti, ma per l’irresponsabilità dei toni della politica populista attuale in cerca di voti e facili consensi tra i più scontenti.
Sia chiaro a tutti e sia pacifico che va condannato sì il suo gesto, poco carino eppur giusto, spontaneo e sincero, ma ancor di più, che vadano stigmatizzati quegli individui che non sapendo perdere sportivamente una partita di calcio usano il termine “napoletano” per offendere l’avversario, così come accaduto stasera allo stadio di Torino, sputandogli per di più addosso, così come l’allenatore del Napoli ha appena dichiarato ai microfoni della Domenica Sportiva di Rai 2.
Questo si che è grave, non quel dito che un po come “Love”, quello di Cattelan esposto davanti alla Borsa di Milano, non indica la luna, ma al contrario la sua parte più oscura che è espressa nel degrado civile e morale di un Paese dove ci sono i razzisti e i violenti.
Un Paese dove l’autorità pubblica che sappiamo essersi svenduta ai poteri forti ha perso oltre alla dignità anche il rispetto della gente, che purtroppo si sente autorizzata a scagliarcisi contro.
Parliamo di gente di qualunque categoria, come i padri che picchiano i professori dei figli, o anche quella professoressa di liceo che fronteggiava gli agenti di pubblica sicurezza, suoi stessi colleghi statali oltre che tutori della legge.
Gente che sta male, che vive e pensa male, gente abbrutita che sfoga i propri malesseri maledicendo, offendendo chi la pensa diversamente o è straniero o di un’altra squadra, di una città, tra l’altro meravigliosa come Napoli, che non si può difendere se non mandandoti a quel paese con un dito medio.
Il dito di Sarri non va incensato, ma nemmeno condannato, non più di chi si è autoconvinto di essere migliore di te perché qualche imbecille glielo ha fatto credere per fini che con la ricerca della verità e del progresso e del cammino verso la pace tra gli uomini non c’entra nulla. O no?
SL