Di Stefano Lesti – I bulli non bisogna bocciarli, ma aiutarli, rieducarli. Non demonizzarli nè giustificarli, ma piuttosto di condannarli senza appello va studiato e compreso il loro mondo affettivo e famigliare, a causa del quale non riescono a comunicare se non tramite la violenza che al novanta per cento dei casi hanno subito loro per primi imparandola tra le mura di casa, oltre che da una televisione e un cinema oggi più simili a monnezza che arte.

Riguardo al tema del bullismo le famiglie hanno le proprie colpe, ne siamo tutti consapevoli, così come governanti e legislatori le proprie manchevolezze, ma vogliamo sottolineare le responsabilità dei mass media e in generale dei messaggi mediatici distorti in voga ormai da anni?

Come fa un padre di oggi a insegnare i propri valori al figliolo quando una televisione con programmi diseducativi continua a proporre modelli criminali a giovani deboli e in crisi?

Non faccio riferimento esclusivo alle serie televisive di Gomorra, ma peggio ancora di recente a un film cinematografico che in qualche modo miticizza uno spacciatore di droga internazionale, raccontando come di un santo al contrario la vita e le opere criminali di Pablo Escobar, un assassino la cui faccia brutta cominciò ad apparire anche in Italia su magliette indossate da tanti giovani idioti, cresciuti nel suo mito sopratutto nelle borgate di Roma e delle grandi città del sud Italia.

Certo, non che vi sia alcuna colpa negli autori e nei cinematografari, intenti a perseguire il profitto come massima aspirazione, ma forse sarebbe arrivato il momento di cominciare finalmente a discutere seriamente sulle conseguenze sociali di simili messaggi mediatici che magari partono bene, ma spesso arrivano male, sopratutto alle menti più labili e miserande.

Non parlo di censure, ma di operare scelte oculate in termini di prevenzione. Cosa vogliamo fare? Ridurci a spararci nelle scuole come fanno gli americani cresciuti e educati a pane e pistole, oppure renderci conto di essere l’Italia? Eredi della civiltà greco-romana e padri del diritto, maestri d’arte e di bellezza, custodi dei Cesari!

Chi e perchè finanzia certe storie che diventano opere mentre altre no? Perchè si sostengono economicamente progetti cinematografici e televisivi che di fatto sappiamo già disgregare e imbarbarire oltre misura una già divenuta difficile civile convivenza? Possono certi messaggi suscitare pensieri e azioni volte alla violenza fisica e verbale, all’omicidio e al femminicidio? Chi può escluderlo al cento per cento?

Spegnere la televisione e non andare al cinema a vedere film che volendo o non volendo miticizzano falsi valori, false credenze e una pseudo cultura fondata su violenza e sopraffazione dovrebbe essere il primo passo da compiere, ma da solo non basta se il tuo vicino e il suo prossimo non faranno altrettanto.

Quale altra soluzione allora che fermare alla fonte certi messaggi negativi e deleteri per il progresso della civiltà? Fin quando il sabato e la domenica i cosiddetti programmi di intrattenimento per famiglie incenseranno su Rai e Mediaset i Corona, le donnette e i nostri indegni politicanti, dove caxxo pensiamo di andare?

Noi, è certo, non andremo da nessuna parte e continueremo a precipitare sempre più in basso, ma i nostri e loro figli, a differenza di noi che qualcosina di buono l’abbiamo già fatta, è naturale che nemmeno potranno provare ad alzarsi per il primo volo. Sapevatelo!

SL

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