di Fulvia Quinci – Ieri mezza Italia si è INDIGNATA dopo la sentenza del processo VANNINI, quel ragazzo, MARCO, che è morto dopo essere stato bucato dalla pallottola uscita dalla canna della pistola del signor CIONTOLI, suo suocero e militare della MARINA ITALIANA.

Ragazzo lasciato agonizzante in casa per circa tre ore prima che la famiglia Ciontoli, si sia resa conto che forse era il caso di chiamare una ambulanza.

14 anni al padre e 3 anni a moglie e figli. Assolta Viola, la fidanzata del figlio che pur era in casa con loro. La dinamica dei fatti ancora non ci è concesso saperla.

Il signor Ciontoli ha sempre balbettato qualcosa circa un incidente mentre maneggiava l’arma in bagno, nell’intento di mostrarla al ragazzo, che era in vasca per farsi un bagno rilassante.

Tutte le testimonianze dei vicini invece parlano di una lite furibonda quella sera, avvenuta tra lui e la sua fidanzata in casa. E già questo la dice lunga, per me.

Comunque il colpo è partito da quella pistola, la pistola di ordinanza del signor CIONTOLI. La pallottola ha perforato il deltoide del ragazzo e si è conficcato nel torace, vicino al cuore.

UN intervento medico veloce gli avrebbe salvato la vita. NON CI SONO DUBBI SU QUESTO. Perchè allora, la chiamata del 118 è stata stoppata?

Si perchè Federico, il figlio di Ciontoli aveva chiamato il 118, ci sono le registrazioni che attestano ciò e seppur negando la ferita di arma da fuoco all’operatore, comunque aveva intuito la necessita’ dell’intervento medico, ma subito è stato stoppato dalla mamma che a gran voce diceva che l’ambuanza non era più necessaria.

Chi ha ritenuto non fosse necessario il trasporto in ospedale?

Probabilmente il signor Ciontoli, il capofamiglia che in pochi minuti ha realizzato che il ‘fattaccio’ avrebbe causato guai a lui che è militare, ma in effetti li avrebbe causati a qualsiasi persona.

Può un uomo, in presenza di un ragazzo ferito gravemente, mettere avanti a tutto, anche davanti alla SACRALITA’ della VITA di un ventenne, il suo benessere e la sua incolumità, ed occuparsi di quello che potrebbe accadere a se ed ai suoi familiari, da un punto di vista giuridico penale?

Si, la risposta è si. LA FAMIGLIA CIONTOLI forse ha preferito acchittarsi una storia in modo da non dover dare troppe spiegazioni sul fatto, e ha ritardato di più di due ore l’intervento del 118.

IL RAGAZZO AGONIZZANTE in CASA e loro a fare congetture.

Io non mi capacito di come possano aver negato il soccorso a questo ragazzo che non era un estraneo, ma il fidanzato della loro figliola. Ma ammesso anche fosse stato un estraneo i soccorsi andavano chiamati repentinamente.

UCCISO TRE VOLTE MARCO: 

LA PRIMA quando gli hanno sparato

LA SECONDA quando non lo hanno soccorso

LA TERZA ieri in tribunale quando è uscita la sentenza.

VALE cosi poco la VITA di questo VENTENNE, per il giudice?

SOLO 14 anni, che poi si ridurranno ancora coi vari sconti di pena.

Ci verrebbe da pensare che poiché trattasi comunque di un militare, la pena sia stata quantomeno, alleggerita, almeno in me questa idea ha fatto capolino, non so in voi.

Bè, io non ci sto, non voglio starci a questa sentenza.

Io voglio stare con la MAMMA di MARCO che ha perso il suo unico figlio. 

IO voglio stare con Lei, con suo marito, con le migliaia di genitori di figli morti ammazzati dalle armi, dai proiettili vaganti, falciati da auto in corsa lanciate come proiettili.

Figli colpiti, feriti, ammazzati di botte e lasciati in terra a morire da soli.

IO VOGLIO STARE DALLA PARTE DEGLI ITALIANi ONESTI, QUELLI CHE SE FERISCONO INAVVERTITAMENTE UN ESSERE VIVENTE, UMANO od ANIMALE, si fermano a prestare soccorso senza pensarci un secondo.

IO VOGLIO STARE DALLA LORO PARTE e SENTIRE IL CUORE che BATTE all’IMPAZZATA perchè non ci sta un attimo da perdere.

LA VITA di CHIUNQUE è SACRA e VA TUTELATA.

VITTORIO ARRIGONI diceva: “RESTIAMO UMANI, IO LO VOGLIO RESTARE FATE UNA SCELTA E CHE SIA QUESTA” 

#RESTATEUMANI

FULVIA QUINCI

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