Poche altre volte nel calcio abbiamo assistito a uno spettacolo vero e proprio qual’è stata la gara di ieri sera tra la super Lazio di mister Inzaghi e i forti avversari del Salisburgo, una squadra composta in gran parte da giovani che va ricordato non perdeva da mesi sia in campionato che nelle coppe europee.
La differenza in campo l’hanno fatta sia i tifosi delle aquile, accorsi in gran numero all’Olimpico, che la grinta, il cuore e sopratutto la calma dei forti dimostrata nel secondo tempo dai biancocelesti, oramai l’unica squadra italiana rimasta in gioco, almeno fino alla partita di ritorno che in terra austriaca potrebbe sancire dopo vent’anni esatti l’accesso dei romani alle semifinali di Europa League.
Era infatti il 1998 quando capitan Nesta e compagni disputarono a Parigi la finale di Coppa Uefa contro l’Inter di Ronaldo, Zamorano e Zanetti che vincendo il trofel tolsero ai capitolini una gioia che soltanto l’anno successivo sarebbe ritornata con la vittoria della Coppa delle Coppe nell’ultimo anno in cui si è disputata, e in seguito bissata dalla conquista della Super Coppa Europea dopo la vittoria contro il Manchester United di Sir Alex Fergusson con un goal del Matador, Marcelo Salas che a Roma e non solo nessuno ha dimenticato.
Sognare da svegli a volte può fare male, ma dopo ieri sera è d’uopo, sopratutto se la Lazio continuerà a macinare gioco e a sacrificarsi sia in campo e fuori potendo contare davanti su un Ciro Immobile carico al plutonio che ha battuto tutti i record e superato in goal i vari CR7, Messi e tutti gli altri grandissimi campioni.
Senza contare sull’apporto di una tifoseria che ieri sera e nelle difficoltà è sempre stata vicino a una squadra dove brillano grandi talenti del calibro di Felipe Anderson, che ieri ha fatto un goal da manuale del calcio seminando con un solo scatto l’intera retroguardia avversaria, un atleta finalmente ritrovato anche se soltanto a tratti, che si alterna in campo con Luis Alberto, il metronomo di Inzaghi che sa mettere palloni su palloni laddove in pochi sanno mandarli come lui e con la sua stessa classe e costanza.
Discorso a parte meritano Marco Parolo, Lucas Leiva, Ramos, Radu, Basta, Milinkovic-Savic e capitan Senad Lulic, che da inizio stagione stanno facendo sognare i tifosi della Lazio com’era da anni, ben diciotto, che non si vedeva all’ombra del Colosseo, e esaltare un po tutti gli appassionati di un calcio divenuto oramai sempre meno un giuoco e più una questione di business, sponsor e arbitri che nelle ultime gare delle squadre italiane sembrano essersi accaniti contro di noi.
Giuseppe Sesto
direttore editoriale Sport12.it
fonte foto : sport.virgilio.it