In vista di questo bel ponte vi do un suggerimento per una gita fuori porta. Il luogo che voglio suggerirvi è l’Abbazia di San Galgano e la spada nella roccia.
Questa meta potete anche inserirla in un tour più ampio che può portarvi fino a Pienza e dintorni. Infatti questo sito si trova in Val di Merse e dista 35 km da Siena sulla strada comunale di San Galgano.
Il complesso composta dalla Rotonda di Montesiepi e dalle rovine della grande abbazia cistercense di San Galgano è molto bello e suggestivo.
La Rotonda di Montesiepi è famosa perché nella roccia è infissa la spada di San Galgano che il santo lasciò come segno di pace abbandonando definitivamente le armi per cominciare una vita di fede.
Qui San Galgano, nobile cavaliere che rinunciò agli per diventare eremita, visse il suo ultimo anno di vita e sopra alla capanna dove viveva venne edificata la Rotonda tra il 1182 ed il 1185 e questa fu la sua tomba.
Nel 1185 Papa Lucio VI lo proclamò santo ed il vescovo Ugo Saladini ordinò che fosse sepolto accanto alla roccia e che fosse costruita una cappella circolare.
La Rotonda ha una pianta quasi unica per l’epoca di costruzione e per la sua edificazione vennero usate file di pietre bianche alternate a file di mattoni.
Successivamente nel 1220 i monaci cistercensi che si trovavano a Montesiepi avviarono la costruzione dell’Abbazia in onore del Santo che venne completata nel 1268 grazie anche ai beni raccolti dai monaci divenuti punto di riferimento della zona.
L’Abbazia costruita nel periodo in cui era in voga lo stile romanico e lo stile gotico francese ha una pianta a croce latina con ingresso laterale sulla destra, a tre navate, ricca di capitelli intarsiati ( circa un centinaio e nel primo di sinistra si vede scolpito il volto del Mastro Scarpellino Ugolino di Maffeo), chiostro ( oggi visibili solo due pezzi di muro mentre i laterali sono originali con otto bifore a sesto acuto), sala capitolare (oggi vuota ed usata per esposizioni), campanile ecc.
L’abside è composta da sei finestre a sesto acuto su due ordini con ampio rosone centrale a dodici petali (caduti) ed una piccola rosa superiore.
La chiesa venne consacrata dal vescovo di Volterra Alberto Solari.
Ma dopo quasi 100 anni di splendore cominciò la sua decadenza a causa della pratica della “commenda” (nel caso specifico il conferimento ad una persona, il commendatario, di un beneficio ecclesiastico al fine del solo usufrutto delle rendite senza oneri annessi).
Nel 1550 il commendatario Girolamo Vitelli vendette i suoi beni ed anche il tetto di piombo della chiesa.
I monaci si erano notevolmente ridotti di numero (nel 1600 ne era presente solo uno) nel 1786 crollò il campanile distruggendo buona parte del tetto e nel 1789 nonostante vari tentativi di recupero l’Abbazia venne sconsacrata e lasciata andare in rovina divenendo una grande cava di pietra e colonne.
All’inizio di questo secolo però furono intrapresi lavori di ripristino e mantenimento dando al luogo l’aspetto odierno.
Oggi il complesso è passato come proprietà al comune di Chiusdino. Il luogo è visitabile tutti i giorni dal mattino fino al tramonto.