Tornando a poter visitare musei e luoghi di cultura vi suggerisco questo luogo ricco di fascino e storia: la Chiesa di Santa Maria Antiqua probabilmente il più importante e antico monumento cristiano all’interno del Foro Romano.

La chiesa è situata nel Foro Romano, ai piedi del Palatino, in una serie di costruzioni in una zona che un tempo veniva considerata sede del Tempio di Augusto e che più recenti studi attribuiscono all’epoca di Domiziano, come ingresso e raccordo tra i palazzi imperiali sul Palatino e il Foro sottostante, dove probabilmente stazionava la guardia di pretoriani.

Quando nel 552 i Bizantini presero possesso di Roma probabilmente nacque Santa Maria Antiqua. Essi nel ripristino di mura, acquedotti, e antichi palazzi imperiali usarono un’aula rettangolare e l’antistante quadriportico per fondare una sorta di “cappella palatina” ossia la cappella di palazzo dedicata alla Madonna.

Prima di allora le chiese all’interno delle mura avevano come titolo i nomi degli antichi possessori delle case in cui veniva fondata una chiesa, mentre le nuove chiese sorgevano fuori le mura come luoghi di culto sulle tombe dei martiri.

La Chiesa, scoperta nel 1900, fu continuamente restaurata e abbellita da Martino I, Giovanni VII, Zaccaria, Paolo I e Adriano I, e venne abbandonata dopo che un terremoto nell’847 fece franare sopra di essa parte dei palazzi sovrastanti e seppellì parzialmente l’edificio sotto le macerie, causandone l’abbandono. Per questo Leone IV (847-855) decise di chiuderla e di trasportare il culto di Maria Vergine in un’altra chiesa sulla collina Velia, che venne costruita ex novo e che prese il nome di Santa Maria Nova.

Fu Giacomo Boni, uno dei più importanti archeologici italiani, durante gli scavi nel Foro Romano, a riportare alla luce Santa Maria Antiqua decidendo di demolire la chiesa barocca di Santa Maria Liberatrice che era stata costruita sopra di essa.

In realtà una prima testimonianza della chiesa originaria risale al 1702, allorché il capomastro Andrea Bianchi, nel corso di alcuni scavi per ricavare materiali da costruzione, condotti nell’orto della Chiesa di Santa Maria Liberatrice, scoprì fortuitamente il presbiterio della chiesa e i suoi splendidi dipinti murali. Papa Clemente XI (1700-1721) autorizzò la visita del sito per alcune settimane ma poi, accertata la sostanziale impossibilità di procedere a degli accurati restauri, dispose il nuovo interramento.

Cappella di Teodoto
In fondo alla navata sinistra, accanto al presbiterio, è posta la cappella, dedicata ai santi Quirico e Giulitta, detta anche Cappella di Teodoto, poiché commissionata dal primicerio Teodoto, un alto dignitario della corte pontificia. Il ciclo dedicato al martirio dei Santi Quirico e Giulitta che decora quasi integralmente la Cappella, risale al pontificato di Papa Zaccaria.

Presbiterio
Nel presbiterio è ancora visibile la decorazione pavimentale in opus alexandrinum, a rosoni e disegni geometrici, mentre più avanti il pavimento è in mosaico marmoreo a larghe tessere. La messa in opera di entrambe le zone sembra risalire al VI secolo. Dell’antico rivestimento parietale in opus sectile non restano che alcuni frammenti.

Abside centrale
Parete-palinsesto con Madonna con Gesù Bambino in trono fra angeli (seconda metà del VI secolo), Annunciazione (primo quarto del VII secolo), San Basilio e san Giovanni Crisostomo (seconda metà del VII secolo) e San Gregorio Nazianzeno (inizio dell’VIII secolo), affreschi.

Nell’abside semicircolare la decorazione pittorica è purtroppo quasi scomparsa; nel catino era una grande dipinto murale raffigurante Gesù Cristo benedicente e Maria Vergine che presenta papa Paolo I (seconda metà del VIII secolo), affresco di ambito romano.

Cappella dei Santi Medici
In fondo alla navata destra, accanto al presbiterio, è posta la Cappella dei Santi Medici, ossia il diaconicon della chiesa, cioè lo spazio che nella tradizione bizantina era destinato a custodire l’Eucaristia (pane e vino consacrati) e la suppellettile liturgica (vasi e paramenti sacri).

L’ambiente è decorato con splendidi dipinti murali ad affresco, eseguiti all’inizio dell’VIII secolo, di ambito romano raffiguranti Cristo al centro r sormontata da storie del Vecchio Testamento.

Oratorio dei Quaranta martiri
A sinistra dell’ingresso a Santa Maria Antiqua, è situato l’Oratorio dei Quaranta Martiri, databile all’VIII secolo, che in origine era probabilmente adibito a corpo di guardia posto a protezione della rampa di Domiziano, che conduceva ai palazzi imperiali sul Palatino.

L’Oratorio dei Quaranta Martiri è così definito per la pittura, databile all’VIII secolo, che orna l’abside in cui viene esaltata la devozione dei soldati cristiani condannati a morire nelle acque ghiacciate di un lago in Armenia, a Sebaste, durante la persecuzione di Diocleziano. L’ambiente, a pianta quadrangolare, conserva ancora sul muro di destra un affresco con Sant’Antonio eremita e il pavimento di frammenti in marmo di epoca medievale. Questo spazio in origine era probabilmente sala di ingresso alla Rampa di Domiziano, che conduceva ai Palazzi Imperiali sul Palatino. Con la cristianizzazione del Foro l’edificio divenne un oratorio.

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