E’ ufficiale, dopo 22 anni (da quando è nato) di Lazio Giacomo Cannella ha scelto la sua nuova calottina. Si trasferirà al Brescia.
E’ il destino dei campioni, cercare nuove ambizioni, puntare in alto, confrontarsi con i migliori. Per questo non si può che abbracciare il nostro golden boy e lasciarlo andare, augurandogli il meglio e ringraziandolo per quanto ha fatto in questi anni. Un ragazzo che ha scelto di dedicare alcuni dei suoi anni migliori alla squadra che lo ha cresciuto, coccolato, difeso, protetto. Nato sportivamente nella piscina della Garbatella, entrato in prima squadra a soli 16 anni con Pierluigi Formiconi, diventato uno dei migliori giocatori del campionato di A1 a suon di gol e giocate, conquistando la Nazionale maggiore e trascinando una formazione di baby fenomeni a vincere il titolo Under 20 con l’aquila sulla calottina.
Anche se in realtà Giacomo, l’aquila, ce l’ha nel cuore: la Lazio è la sua famiglia, il suo orgoglio, la sua fede, la sua casa che speriamo, chissà, un giorno possa riaccoglierlo. L’ultimo ricordo vivo di un’esperienza esaltante è il derby vinto da protagonista con 4 gol segnati tutti con una mano fratturata e poi quella frase a fine partita: “Una squadra così non la troverete mai in nessuna parte del mondo, ci guardiamo come se fossimo fratelli”. Forse per questo è rimasto tanto tempo con noi, nonostante le ambizioni della squadra non fossero da vertice come Giacomo meritava.
Separarsi è dura, almeno quanto lo sarà per lui non giocare la prossima stagione al fianco dei suoi fratelli, del suo mister Claudio. Ma è la storia della nostra antica società, qualcun altro indosserà quella numero 8 sperando che ci riesca con lo stesso agonismo e attaccamento ai colori.
Una sola cosa ci consola in questo inevitabile trasferimento, che Giacomo abbia scelto una squadra con i nostri stessi colori, così che anche l’anno prossimo possa vestire una calottina biancoceleste.
Di seguito le parole di Giacomo Cannella:

Sapevo che questo momento sarebbe arrivato, ma ho sempre sperato nel contrario, forse per paura di affrontare la situazione, forse per non spezzare i nostri legami.

Sarò breve ma so bene che descrivere in poche parole un cammino durato 12 anni sarebbe da folli. Ero lì con quel ragazzo che urla insieme a me, ogni anno sotto gli stessi colori, da quando ho indossato per la prima volta la calottina della Lazio ad oggi, un giorno che ricorderò con malinconia.
Sì proprio malinconia, perché saluto una famiglia, dei fratelli che mi hanno cresciuto, aiutato e supportato per anni.
Queste parole sono per voi, gli unici che conoscono l’emozione di giocare con un unico cuore, di superare le difficoltà, le sofferenze, per poi gioire come bambini. Sarebbe banale ringraziarvi uno ad uno, mille parole non basterebbero ma uno sguardo si.
Un figlio prima o poi dovrà sempre separarsi dalla propria “mamma”, ma so che sarete felici per me (e che avrete un rompici in meno), questa società mi ha dato tutto ed io spero di aver contraccambiato.
Un saluto a tutti coloro che vivono la lazialità, a chi a sofferto con noi, a chi mi è stato vicino, a chi ha esultato insieme a me. Sarà tutto più complicato senza di voi, giocherò sempre con l’aquila nel petto, con la consapevolezza che mi supporterete in ogni occasione. Fiero e onorato di aver potuto lottare fianco a fianco.
Il vostro primo tifoso”.

COMUNICAZIONE SS LAZIO NUOTO

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